Motricità fine al nido
I bambini sono sempre più a contatto con un mondo tecnologico e digitale, in cui le mani, o meglio, le dita hanno un ruolo fondamentale. Questo continuo toccare, schiacciare, spingere, pressare, muovere le dita, però, non è assolutamente sufficiente a sviluppare la motricità fine in quanto l’esperienza diretta con l’ambiente viene meno.La motricità fine, ovvero tutto ciò che concerne la manualità del bambino attraverso la coordinazione oculo-manuale con l’obiettivo di compiere gesti raffinati e precisi, è una tappa essenziale per lo sviluppo e la crescita del bambino stesso con benefici secondari importanti, di cui si tende a dimenticarsi.La motricità fine, infatti, è essenziale per un corretto sviluppo psicofisico del bambino, perché è anche:- un traguardo per l’autonomia: il bambino compie movimenti e usa abilità che lo aiuteranno nella gestione di sé e nell’organizzazione dei propri spazi, nel come vestirsi, mangiare, etc.;- un aiuto per affinare la capacità di problem solving: attraverso la ripetizione dei movimenti e con la sperimentazione di continui errori, i bambini sono chiamati a trovare soluzioni alternative ad un ostacolo;- carburante per la creatività: l’esplorazione e la curiosità sono stimolate in continuazione;- un mezzo per comprendere il concetto di causa-effetto: solo facendo e sperimentando i bambini possono vedere ed introiettare che ad ogni azione corrisponde una reazione;- un esercizio per la concentrazione: un’attività che stimola il cervello e la manualità senza essere mai monotona è fonte di interesse inimmaginabile e porta il bambino a non cambiarla ed a dedicarsi ad essa per lungo tempo o per lo meno fino a quando non avrà raggiunto l’obiettivo che si è prefissato;- fonte di successo personale, indispensabile per rafforzare l’autostima e la sicurezza in se stessi e nelle proprie capacità: non essendoci un compito preciso da portare avanti, il bambino potrà modellarlo e personalizzarlo a suo piacimento;- infine, un allenamento indispensabile per l’apprendimento futuro della scrittura.(Marta Pizzi – psicologa e psicoterapeuta)
Marzo 20, 2018 martedì at 2:23 pm